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lunedì 19 dicembre 2011

SULLA STRADA DEL DIALOGO.

Mi rendo conto come parlare di certi argomenti non sia affatto facile.
Il tutto per una serie di motivi che potrei elencare ma che non faccio perchè tutti noi, in qualche misura, conosciamo ampiamente.
Credo tuttavia che parlarne sia lo strumento più efficace a nostra disposizione, dove per parlarne non si pretende certo un trattato accademico sull'argomento. (....segue)


Dinanzi a certi accadimenti la domanda che sorge spontanea, almeno per quanto mi riguarda è :-"è giusto parlarne? e se sì in che misura?"-.
Ovviamente le risposte a questa domanda vanno applicate al singolo contesto sociale in cui vive, perchè ogni singolo fatto lo puoi affrontare e sviscerare in modi diversi a secondo del tessuto di dove vivi, delle problematiche insistenti e di come queste, negli anni, sono state affrontate.
Come mi è stato fatto notare, positivamente, parlare di certe tematiche in maniera così diretta, può risultare di difficile impatto in chi legge, portando addirittura il lettore stesso o il semplice interessato ad allontanarsi, anche proprio in virtù delle remore che questa città si porta dietro da decenni.
Giorni fa il quotidiano "La Stampa", nell'edizione Torino, ha raccontato di un ordigno bellico, rimasto inesploso, collocato dinanzi l'abitazione di un imprenditore edile residente in Via Minocchio.
Girovagando in rete cercando reazioni, commenti o semplice interesse a riguardo, ho riscontrato veramente pochi collegamenti a questa notizia, molto meno addirittura le condivisioni sui vari social network.
Subito l'impressione avuta è stata quella dell' indifferenza o del "meno se ne parla meglio è" , altre spiegazioni logiche allo stato non sono stato in grado di darne.
Il tutto se paragonato quest'articolo a quello in cui Don Nino, sacerdote di Santena, veniva citato, sempre sul quotidiano torinese, in relazione ad un'agenda politica che voleva stilare in previsione delle prossime consultazioni elettorali.
Qui al contrario le reazioni, anche le più variegate, non si sono fatte attendere.
Numerosi sono state gli scritti ed i pensieri anche sui social network più diffusi.
In un modo o nell'altro il tema è stato comunque affrontato e analizzato, com'è giusto che sia in ogni sua componente.
Ma se a Santena si parla di un ordigno e questo viene associato a tematiche "difficili" ma di stringente attualità, si preferisce evitare qualsiasi commento o condivisione.
Anche se un ordigno non è un qualcosa di normale, quotidiano, dubito anzi che negli ultimi anni si sia verificato un caso simile nel circondario.
Proprio la sua eccezionalità poteva essere veicolo per una riflessione più approndita, senza chissà quale enfasi o gesto eclatante con rivelazioni, nomi, fatti.
Semplice meditazione sul fatto in sè, sulle cause scaturenti e soprattutto sulle conseguenze che poteva portare.
Invece anche in alcuni ambienti politici si è preferita la seppur condivisibile prudenza, evitando, aspetto questo sì meno condiviso, un'analisi sul fatto in se.
Mi sto adoperando per capire in che modo si possono affrontare certi argomenti qui a Santena, quali tasti bisogna toccare.
Vi posso confermare che l'impresa non è facile ma la speranza è l'ultima a morire e ci proverò ancora.

2 commenti:

  1. Io da ieri sera non penso più ci sia tutto questo silenzio...quando ho pubblicato la notizia della famosa bomba a Santena ho visto che molti hanno commentato ovviamente tutti nella stessa direzione (per fortuna oserei aggiungere) Ovvio che ci sia la paura di un fatto tanto grave e lo schifo nell'accorgersi (anche se lo sapevamo già) in che paese viviamo! E' vero che l'articolo di Don Nino ha creato tanto scalpore ma ricorda che comunque, prima di tutto siamo vicino alle elezioni e seconda cosa l'argomento "chiesa" a Santena ha sempre fatto discutere molto perchè in realtà c'è chi sostiene Don Nino e chi no. Ieri sera alla riunione di "Libera Santena-Villastellone" (COME MI PIACE SCRIVERLO..) Alberto ha detto una cosa molto vera e cioè...se tu prendi il singolo individuo e gli chiedi cosa ne pensa di un fatto del genere quella persona per solitudine è più facile che tenda all'omertà,ma se fai la stessa domanda a quella persona che fa parte di un gruppo unito ti dirà realmente quello che pensa e anche di più perchè si sentirà protetto! Credo veramente che sia una grande verità. Non tutti sono disposti (per i più svariati e magari più che giustificati motivi) a metterci la faccia in certe cose. Ma credo che siano proprio quelle persone che magari hanno più coraggio ...misto a un pò d'incoscenza, che dovranno far sparire il senso di solitudine e sostituirlo in senso di protezione per gli altri. E con questo ho concluso!!! per adesso...Ps: lo sapete che è nato il presidio di LIBERA a SANTENA???? OK la smetto...scusate

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  2. io penso che la gente non si rende conto oppure fa finta di nulla
    di quanto stia succedendo in citta. Sono fatti gravi che non devono essere sottovalutati. Purtroppo appare piu facile, più leggero parlare di Don Nino che della bomba e questo un po x paura un po per disinteresse.Anche a me ha fatto scalpore vedere tanti commenti circa l'intervista
    rilasciata da don nino al confronto
    rispetto al quasi nulla derivato dalla notizia del pacco bomba e mi sono immedesimata nelle persone.
    Capisco cha al nord non è una cosa di tutti giorni però e bene sapere
    che non siamo immuni da certe situazioni.Spero che i cittadini cercherano nel loro piccolo di aiutare le forze dell ordine a ristabilire la serenita in citta denunciando cose strane o fornendo notizie che possano aiutare gli inquirenti nell'individuare i mandanti e cercare il perchè di
    questo episodio.

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