Domenica 15 gennaio, la trasmissione "Presa Diretta" andata in onda alle 21.30 su Rai 3 si è occupata della presenza delle mafie al Nord, con particolare riferimento alla ramificazione, sempre più fitta, della 'ndrangheta in Piemonte e Liguria.
Nei comunicati diffusi prima della diretta dalla Rai, circa le realtà che sarebbero state interessate dal servizio giornalistico, nessuna menzione veniva fatta a riguardo della città di Santena. (.....segue)Chi come me avrà avuto modo di vedere in diretta il servizio giornalistico, avrà avuto sicuramente avuto un sussulto nel veder comparire dinanzi a sè, improvvisamente, l'immagine dell'area interna dell'Oratorio santenese, nell'occasione vestito a festa per l'annuale commemorazione in onore dei SS.MM. Cosma e Damiano.
Il servizio dedicato a Santena dura in tutto circa 5 minuti, dove il giornalista cerca di raccogliere alcune dichiarazioni tra i cittadini, senza riuscirci, intervistando successivamente il presidente dell'"Associazione SS.MM. Cosma e Damiano", Cosimo Trimboli.
L'intero servizio viene realizzato, dalla troupe della Rai, durante uno dei tre giorni dedicati alla grande festa, presumo si trattasse della giornata di domenica, in quanto nelle immagini finali viene visualizzato il famoso "ballo del ciuccio", svoltosi proprio in quella serata .
Nei giorni a seguire diversi sono gli articoli apparsi sulla stampa locale , in particolare su il "Corriere di Chieri" ed il "Il Mercoledì", per non parlare delle tante condivisioni del servizio sui più importanti social network.
E le reazioni, anche dure, non sono mancate. Una spaccatura tra chi affermava che qualcosa effettivamente di poco chiaro esiste in città, chi addirittura in maniera netta nega una qualsiasi presenza delle vicende narrate nel servizio e chi, come i componenti dell'"Associazione Cosma e Damiano" si sono sentiti tirati in causa in una situazione in cui poco o nulla ritengono di avere a che fare.
Quest'ultimi hanno preso una posizione netta, tanto da redigere un comunicato stampa che potete leggere qui comunicato stampa associazione cosma e damiano, utilizzando la loro pagina ufficiale su Facebook per esprimere il proprio dissenso.
Quest'ultimi hanno preso una posizione netta, tanto da redigere un comunicato stampa che potete leggere qui comunicato stampa associazione cosma e damiano, utilizzando la loro pagina ufficiale su Facebook per esprimere il proprio dissenso.
A tal proposito vorrei fare un mio piccolo commento sulla situazione, con la freddezza che mi ero ripromesso qualche giorno fa quando mi "perdevo", con la mente, tra la galaverna e la campagna santenese.
Con semplicità si può affermare che il servizio giornalistico ha "usato" quei giorni di festa per documentare una certa realtà, non credo siano arrivati casualmente proprio in coincidenza con i festeggiamenti a Santena.
Non sono un giornalista ma nell'ottica del servizio che volevano realizzare sapere di una festa, per giunta organizzata da calabresi in una città, come Santena, per un terzo abitata da calabresi è come la manna che piove dal cielo.
Un abbinamento perfetto per realizzare il "pezzo".
L'ho rivisto prima di lanciarmi in questo scritto e devo ammettere che parte delle proteste dei componenti dell'associazione le posso comprendere, vedersi utilizzata la loro festa per realizzare un servizio sulla 'ndrangheta, quasi come se la festa in sè, la sua realizzazione fosse una fattore della presenza di cosche calabresi in zona, non è propriamente il massimo della vita
Dentro di loro posso veder sminuito, cancellato, il lavoro di un anno intero, annullata la devozione di una fede che porta ad onorare e festeggiare i santi.
Insomma si può affermare che l'Associazione SS.MM. Cosma e Damiano è composta da anche da ottime persone.
E veniamo a quello che io, in maniera personale, giudico in maniera negativa.
Partiamo dall'intervista di Cosimo Trimboli, un'intervista che lascia più di qualche dubbio, in particolar modo sui contenuti e su alcune forme di reticenza che, guardando il video, emergono chiaramente, anche non essendo una psicologo.
Già dalla prima domanda posta dal giornalista "in mezzo a tutta sta Calabria c'è pure una parte che non è buona?" la risposta è incerta, confusa, tentennante tanto da indurlo a deglutire e pronunciare frasi prive di senso, arrivando a ripetere più volte di fila un no categorico .
Questi comportamenti sono un chiaro segnale di reticenza, difficoltà nell'esprimersi, una sensazione che immagino sarà capitata a tutti noi, quando ci viene fatta una domanda scomoda, quando ci troviamo anche a dover mentire.
Così com'è indecifrabile l'affermazione "non è compito nostro dividere il seme buono da quello cattivo- siamo un pò come la Chiesa apriamo le braccia a tutti".
Sicuramente non sarà compito dell'Associazione dividere il bene dal male, immagino tuttavia che un'associazione culturale che rispetti sia a priori oltre che apartitica ed apolitica anche contro la cultura dell'illegalità.
E che un fenomeno, come quello denunciato nel dossier di Narcomafie, debba essere combattuto anche con delle dichiarazioni che obbligatoriamente portano ad esporsi e metterci la faccia.
La Chiesa aprirà certamente le porte a tutti ma sono convinto che condanni con fermezza certi fenomeni, certe culture mafiose, l'assoggettamento delle persone più in difficoltà.
Così come un altro passaggio dell'intervista mi ha colpito, quando si afferma di essere orgogliosi di rappresentare la comunità riacese, calabrese in genere, per poi affermare testualmente "Io il 90 anche il 95% di queste persone non le conosco", un'affermazione a cui difficilmente si può credere considerata la posizione acquisita all'interno della comunità riacese, della cittadina stessa.
E infine la parte che più ha provocato in me un senso di sconforto, quando si cerca di far ricadere la colpa della nascita delle cosche, della ndrangheta e della cultura mafiosa in genere, come conseguenza della povertà, dell'emarginazione, dei torti subiti dagli emigranti, della professione di lavori umili quali "i pastorelli".
Trovo umiliante, per quanti sono dovuti emigrare dal Sud Italia, per andare in una terra lontana migliaia di Km, una terra non loro, essendo obbligati ai lavori più umili, ascoltare queste parole.
Gente che, nonostante abbia vissuto la miseria non si è mai sporcata le mani nell'illegalità, dando anzi una certa educazione ai propri figli, privandosi di qualsiasi cosa per il bene della loro famiglia ma fieri di poter camminare a testa alta, questa è la vera cultura meridionale!.
E' un qualcosa che fa indignare sinceramente e non condivido.
Tutte le mafie sono nate per sete di potere, per trarre giovamento e ricchezza da certi comportamenti, per assoggettare la gente al proprio volere, cibandosi della difficoltà e della paura di persone in difficoltà, altro che povertà e pastorizia!!.
Bastava fare un'intervista più breve, dire apertamente che qualcosa non funziona a Santena, che come associazione combattiamo ogni forma di prevaricazione e illegalità sul territorio, che nessun componente si è mai macchiato di quest'immondizia e che può girare a testa alta e, soprattutto, che l'Associazione è nata per affermare e consolidare la parte buona di questa città, dei calabresi perbene.
Perchè, andava sottolineato, si è stufi di essere associati alle cosche, ai clan, ai loro sporchi affari, al connubio con la politica e con l'imprenditoria.
Bastava questo, invitando il giornalista a godersi la festa, il bello di Santena.
Non è stato fatto, perchè??
E lo stesso sta capitando su Facebook. Leggo di insulti al giornalista, di mail da inviare alla redazione, nessuno ad oggi ha affermato questo concetto, piccolo ma chiaro, di poter dire "ci avete dipinto negativamente ma siamo contro la 'ndrangheta, contro chi quotidianamente getta fango, quello vero, su Santena, sui suoi cittadini, portandoci in tv due volte in un mese per fatti correlati ad aspetti negativi della Calabria.
Che quotidiamente manda in rovina la povera gente in difficoltà, prestando loro denaro e richiedendo tassi esorbitanti"
Anche qui, nulla è stato detto, perchè?
E credo resterò con i miei dubbi, prendendomi forse qualche insulto per strada.
Dentro di loro posso veder sminuito, cancellato, il lavoro di un anno intero, annullata la devozione di una fede che porta ad onorare e festeggiare i santi.
Insomma si può affermare che l'Associazione SS.MM. Cosma e Damiano è composta da anche da ottime persone.
E veniamo a quello che io, in maniera personale, giudico in maniera negativa.
Partiamo dall'intervista di Cosimo Trimboli, un'intervista che lascia più di qualche dubbio, in particolar modo sui contenuti e su alcune forme di reticenza che, guardando il video, emergono chiaramente, anche non essendo una psicologo.
Già dalla prima domanda posta dal giornalista "in mezzo a tutta sta Calabria c'è pure una parte che non è buona?" la risposta è incerta, confusa, tentennante tanto da indurlo a deglutire e pronunciare frasi prive di senso, arrivando a ripetere più volte di fila un no categorico .
Questi comportamenti sono un chiaro segnale di reticenza, difficoltà nell'esprimersi, una sensazione che immagino sarà capitata a tutti noi, quando ci viene fatta una domanda scomoda, quando ci troviamo anche a dover mentire. Così com'è indecifrabile l'affermazione "non è compito nostro dividere il seme buono da quello cattivo- siamo un pò come la Chiesa apriamo le braccia a tutti".
Sicuramente non sarà compito dell'Associazione dividere il bene dal male, immagino tuttavia che un'associazione culturale che rispetti sia a priori oltre che apartitica ed apolitica anche contro la cultura dell'illegalità.
E che un fenomeno, come quello denunciato nel dossier di Narcomafie, debba essere combattuto anche con delle dichiarazioni che obbligatoriamente portano ad esporsi e metterci la faccia.
La Chiesa aprirà certamente le porte a tutti ma sono convinto che condanni con fermezza certi fenomeni, certe culture mafiose, l'assoggettamento delle persone più in difficoltà.
Così come un altro passaggio dell'intervista mi ha colpito, quando si afferma di essere orgogliosi di rappresentare la comunità riacese, calabrese in genere, per poi affermare testualmente "Io il 90 anche il 95% di queste persone non le conosco", un'affermazione a cui difficilmente si può credere considerata la posizione acquisita all'interno della comunità riacese, della cittadina stessa.
E infine la parte che più ha provocato in me un senso di sconforto, quando si cerca di far ricadere la colpa della nascita delle cosche, della ndrangheta e della cultura mafiosa in genere, come conseguenza della povertà, dell'emarginazione, dei torti subiti dagli emigranti, della professione di lavori umili quali "i pastorelli".
Trovo umiliante, per quanti sono dovuti emigrare dal Sud Italia, per andare in una terra lontana migliaia di Km, una terra non loro, essendo obbligati ai lavori più umili, ascoltare queste parole.
Gente che, nonostante abbia vissuto la miseria non si è mai sporcata le mani nell'illegalità, dando anzi una certa educazione ai propri figli, privandosi di qualsiasi cosa per il bene della loro famiglia ma fieri di poter camminare a testa alta, questa è la vera cultura meridionale!.
E' un qualcosa che fa indignare sinceramente e non condivido.
Tutte le mafie sono nate per sete di potere, per trarre giovamento e ricchezza da certi comportamenti, per assoggettare la gente al proprio volere, cibandosi della difficoltà e della paura di persone in difficoltà, altro che povertà e pastorizia!!.
Bastava fare un'intervista più breve, dire apertamente che qualcosa non funziona a Santena, che come associazione combattiamo ogni forma di prevaricazione e illegalità sul territorio, che nessun componente si è mai macchiato di quest'immondizia e che può girare a testa alta e, soprattutto, che l'Associazione è nata per affermare e consolidare la parte buona di questa città, dei calabresi perbene.
Perchè, andava sottolineato, si è stufi di essere associati alle cosche, ai clan, ai loro sporchi affari, al connubio con la politica e con l'imprenditoria.
Bastava questo, invitando il giornalista a godersi la festa, il bello di Santena.
Non è stato fatto, perchè??
E lo stesso sta capitando su Facebook. Leggo di insulti al giornalista, di mail da inviare alla redazione, nessuno ad oggi ha affermato questo concetto, piccolo ma chiaro, di poter dire "ci avete dipinto negativamente ma siamo contro la 'ndrangheta, contro chi quotidianamente getta fango, quello vero, su Santena, sui suoi cittadini, portandoci in tv due volte in un mese per fatti correlati ad aspetti negativi della Calabria.
Che quotidiamente manda in rovina la povera gente in difficoltà, prestando loro denaro e richiedendo tassi esorbitanti"
Anche qui, nulla è stato detto, perchè?
E credo resterò con i miei dubbi, prendendomi forse qualche insulto per strada.
Il servizio potete rivederlo a questo indirizzo, traendo voi stesse le conclusioni :
http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-544f5106-d6b3-4fac-9549-a50cc995077e.html?homepage (La parte su Santena parte dal minuto 42:50)
SANTENA. SCOPPIA LA POLEMICA DOPO IL SERVIZIO DELLA TRASMISSIONE "PRESA DIRETTA"
credo proprio che il tuo pensiero èsia stato quello di molti. E' dispiaciuto a tanti che il lavoro di persone che credono fortemente in quella festa e nelle sue tradizioni sia stata presentata così...è anche vero però che tra tutte le persone secondo me hanno intervistato il meno adatto...seppure presidente! Sono sicura che se avessero intervistato uno degli organizzatori della festa...le persone che realmente si rompono le ossa per farla funzionare al meglio (e credo proprio che non sia facile organizzare tre giorni del genere) avrebbero saputo rispondere a tono al giornalista. Se devo essere sincera le parole del presidente dell'associazione le ho trovate fuori luogo e a tratti insensate e credo che i ragazzi dell'organizzazione meritassero una presentazione diversa.
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