Negli ambienti giudiziari, viene definito il "pizzo morbido".
Già la terminologia usata può far capire al lettore, d'intuito, che si tratta per certi versi di un qualcosa di più leggero, meno rischioso rispetto alla famosa richiesta di "pizzo" presente nell'immaginario di ognuno di noi, quello dove minacce e violenze recitano la parte principale. (...segue)
Il "pizzo morbido" invece no, certo non dobbiamo pensare ad una pratica comune che, in quanto effettuata con artifizi e raggiri, ai danni dell'economia dello Stato italiano come vedremo nel dettaglio, non sia esule da censura e da condanna.
L'ambito di applicazione sono le macchinette video-poker e già dalla loro iniziale diffusione all'interno degli esercizi commerciali, si avvertirono i primi segnali d'allarme.
Un commercio, quelle delle macchinette elettroniche, che diviene subito per le organizzazioni criminali, un vero e proprio affare, un business dal volume di centinaia di migliaia euro e per giunta un canale legale.
Sì, avete capito bene, un canale legale per consentire il ricircolo, il riciclaggio del cosidetto denaro sporco, in poche parole un sistema, dove pagare addirittura le tasse ma nel contempo inserire nel circuito economico legale, i proventi degli affari illeciti.
Una vera manna dal cielo questi video-poker, per giunta subentrati in un sistema dove per anni si è legiferato in maniera molto blanda, anche per via degli interessi che il monopolio nazionale deteneva e detiene, un sistema dove lo Stato italiano per anni ha chiuso tutti e due gli occhi, grazie agli introiti derivanti.
Ma vediamo in sostanza come funziona il "pizzo morbido". Prendiamo un esercente, proprietario di un'attività commerciale, solitamente bar e tabacchi , prendiamo un gruppo affiliato alla criminalità organizzata.
Questi si presentano ed impongono, in danno del commerciante, che alcune, tutte sarebbe troppo vistoso diciamo così, alcune macchinette siano installate nel locale, dove oltre ai profitti generati si richiede anche un affitto.
In buona sostanza una forma particolare di leasing, legata al mondo delle macchinette dove tutti i soggetti ci guadagnano.Guadagna l'esercente, guadagnano le persone che l'hanno imposto e per giunta non si pagano le tasse allo Stato, per le sole macchinette non collegate all'AAMS.
Più facile di così!
Se poi teniamo conto che gli incassi di ogni singola macchinetta possono superare anche i 1000€, capite bene il volume d'affari che può generare il meccanismo descritto.
Anche perchè, in caso di controllo, la sanzione elevata sarebbe di circa 6.000€, il che paragonato al volume appena citato, sarebbe recuperato e superato nel giro di neanche due giorni.
Il tutto ovviamente senza superare i 7 giorni di scollegamento all'AAMS della singola macchina, in quanto le nuove macchinette (dotati di smart-card al loro interno) vengono automaticamente scollegate dal monopolio al superamento del 7 giorno.
In tal modo, ignari giocatori, giocando alle macchinette non collegate con il sistema centrale, possono trovarsi a spendere cifre ingenti, dilapidando patrimoni con le conseguenze che tutti noi abbiamo imparato a conoscere.
E' qui che il meccanismo creato dalle organizzazioni criminali, chiude il cerchio.
Si taglieggiano i proprietari dei locali, si prestano somme di denaro a tassi d'usura ai giocatori che arrivano ad accanirsi sui video-poker fino ad arrivare a fornire slot abusive e manomesse che con un semplice telecomando passano dalla videata legale a quella illegale.
Un giro d'affari che legittima e giustifica, per gli interessati, ogni rischio legato a sequestri, confische, chiusure di esercizi, un volume di denaro incalcolabile che ha portato la Direzione Distrettuale Antimafia ad accendere i riflettori.
Un fenomeno presente anche nella provincia di Torino, dove operano alcuni "calabresi" gestiti dal boss della 'ndrangheta Onofrio Garcea, legato al clan dei Macri'.
E Santena che c'entra?
Santena, forse non tutti lo sanno, ma basta fare una ricerca con gli strumenti messi a disposizione per un qualunque cittadino, e si potrà facilmente scoprire come, sul proprio territorio, insistano numerose ditte, aziende, molte volte a carattere individuale ma anche società di persone, specializzate nel noleggio, manutenzione, distribuzione di macchine videopoker.
Molte di queste hanno un canale aperto con l'Emilia-Romagna, altra regione al centro di numerose inchieste giudiziarie legate alla presenza di 'ndrangheta e camorra sul territorio e molte di queste vedono al loro interno o addirittura ai vertici, persone con vari precedenti penali o con inchieste a loro carico per reati legati e connesse alle attività esercitate.
Lungi da me dire che tutte le aziende specializzate nel settore dei video-poker, presenti o con sede a Santena sia legate ai fatti appena descritti o che operano con le stesse modalità, credo che la concentrazione di numerose imprese del settore su di un unico territorio che con conta più di 11.000 abitanti, la presenza all'interno delle stesse di particolari soggetti, lasci spazio ad un qualche ragionevole dubbio.
SANTENA, IL NUOVO FENOMENO DEL "PIZZO MORBIDO"- EFFETTO VIDEOPOKER- SIAMO TOTALMENTE IMMUNI ?

Andrebbero tolte dalla circolazione o almeno disincentivare l'utilizzo.
RispondiEliminaMagari si potrebbe premiare i locali o i bar che non adoperano queste macchinette.
Purtroppo molti non saranno d' accordo, ma a questo gioco vizioso molto difficilmente si riesce ad uscire, se non in "mutande".
Ale Caparelli
Dice bene Ale ma, temo, che non ci si debba aspettare a breve un aiuto da leggi o provvedimenti dello Stato. Come per il fumo lo Stato è molto coinvolto dagli enormi incassi derivanti dalle scommesse. Più percorribile la strada di iniziative dell' amministrazione comunale a tutela della legalità, dei concittadini e delle loro famiglie che rischiano quotidianamente di rovinarsi in tutti i sensi.
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