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sabato 3 dicembre 2011

Movimento culturale. Convergenze tra cultura e legalità a Santena.

"La lotta alla mafia, deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità "(Paolo Borsellino).
Movimento culturale. Cosa mai avrà voluto farci intendere uno dei massimi esponenti della lotta alla mafia che la storia italiana ricordi?
Resto estasiato leggendo questa frase, sarà stupido per alcuni, ma immagino quanto  sarebbe bello racchiuderla in una cornice e fissarla con un chiodino sulle pareti delle aule di scuola, di ogni ordine e grado.
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Provo, ragionandoci su, a riportare questo concetto alla realtà di Santena, soffermandomi a pensare :” ma quei movimenti e le persone che li compongono, che hanno alla base scopi nobili e rispettabili come: la cultura, il rispetto e la promozione del territorio, il folklore, possono farsi portavoce e quindi specchiarsi, nella frase, quasi poetica azzarderei,  pronunciata dal magistrato siciliano?
Grazie a wikipedia, mi tuffo immediatamente a ricercare il significato del termine cultura, con le sue inevitabili varianti in funzione del concetto e del messaggio da trasmettere.
Del resto, a chi di voi non sarà mai capitato, di non riuscire a pronunciare l’esatto significato di termini che sentiamo ed utilizziamo tutti i giorni nel comune parlare?
In meno di 1 secondo,  vari significati di cultura mi appaiono sul monitor dove, tra i tanti,  uno coglie la mia attenzione: Una concezione antropologica o moderna presenta la cultura come il variegato insieme dei costumi, delle credenze, degli atteggiamenti, dei valori, degli ideali e delle abitudini delle diverse popolazioni o società del mondo.
Un sorriso colora il mio viso, mi rianimo, capisco che forse la cultura della legalità effettivamente può viaggiare sullo stesso binario, magari su quello parallelo, pur sempre nella stessa direzione, della cultura del territorio, della tutela delle radici e della sua promozione e visibilità.
E’ un concetto fondamentale, prioritario direi,  fa male dirlo ma NON esiste promozione e visibilità alcuna  se quel territorio che si vuole valorizzare è in fondo macchiato, offeso, stuprato dal clima di illegalità che, con apparente facilità,  lo tiene in pugno.
A dire il vero questo concetto, che avevo già da tempo chiaro in testa, mi si stava offuscando a causa di una serie di confronti dialettici sviluppatisi in questi giorni.
Sono entusiasta di annunciare, dopo questa riflessione, che il concetto mi è tornato limpido, ancorandosi questa volta alle pareti della mia materia grigia, in modo tale da evitare di perdere ulteriori certezze, benché queste siano minine.
Sono dell’idea, ma questo è frutto della mia riflessione interiore, che entrando in contatto con varie realtà che animano questa città, perché va sottolineato non tutto è coperto dalle tenebre qui a Santena, si possa perseguire la strada della cultura,  nella propria espressione massima, frutto di quelle definizioni descritte sopra e che, in maniera fantastica, riescono ad abbracciare, in unico disegno:
-)le parole del giudice Borsellino, -)la definizione moderna di cultura che ci offre wikipedia, -)la possibilità di tramandare, conservare ed esportare, le tradizioni di una città, compiti questi svolti in maniera egregia dalle associazioni presenti sul territorio santense.
E’ indispensabile trovare un punto di contatto, evitando possibilmente di scindere le situazioni elencate e portarle avanti in maniera settoriale, ma viverle condividendo un unico progetto e non dimenticando che il fine ultimo è la riconquista di questo territorio, la sua rinascita, la sua voglia di sentirsi pulita.
Non c’è cultura se non c’è legalità, non c’è legalità se alla base non vi è un progetto di cultura del territorio ed educazione alla cultura dei suoi cittadini.
Uniti si potrà creare quel movimento culturale, tanto caro al magistrato Borsellino, in attesa di sentire quel fresco profumo di libertà.      
Il mio vuole essere un discorso costruttivo, che vuole essere da stimolo per cementare un progetto.
Chi ha avuto la forza di leggere fino in fondo questo scritto, lo prenda in quel senso.

4 commenti:

  1. "L'omertoso"
    Muraglie di bruma
    offuscano le fredde iridi
    del cieco spettatore d'ingiustizie

    Colui che cinico
    osserva e non favella
    proferendo impassibile
    l'afona parola del silenzio.

    Il silenzio echeggia nella Santena Culturale-Sociale, marionette manovrate da subdoli individui, che credono e sostengono che il loro silenzio sarà ripagato con lauta ricompensa. Ma sulle spalle di chi e di che cosa ???
    Io da parte mio non riesco a mettere in discussione di Borsellino, mi spiace che tu ti sei posto dei dubbi. Ma anche giusto così,il tutto non deve mai dato per scontato e queste interrogazioni personali aiutano a far crescere noi stessi. Dove sono gli ideali e i valori di certe persone, io personalmente non ambisco al potere che cerco di combattere, molti lo fanno. Bell'articolo, complimenti !!!

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  2. ho mangiato un pò di parole...scusate !!!

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  3. Ciao Peo, grazie per i complimenti....quelli fanno sempre piacere ;-D.
    Come avrai intuito questa mia sensazione di disagio ha un preciso punto d'origine.
    Tuttavia davanti ai primi ostacoli non possiamo limitarci ad incassare, per un dar vita ad un qualcosa di veramente costruttivo bisogna capire come, quel punto d'origine, può entrare in contatto, diversificarsi ed entrare in sintonia.
    Io sono del parere che quando si decide di scendere in campo, prendendo parte a movimenti, partiti politici, associazioni, insomma quando si decide di mettere la propria faccia al servizio della comunità, non ci si può tirare indietro nell'affrontare le tematiche "difficili".
    Sarebbe troppo generalista e qualunquista come impegno.
    Abbiamo il tempo dalla nostra parte, credo sempre in un futuro migliore e ci lavoro su per renderlo effettivamente tale.
    Saluti.

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  4. Dopo aver letto questo articolo, mille pensieri mi ronzano per la mente e mi riportano ad una specifica situazione.
    Le tue parole racchiudono in maniera perfetta quel concetto che ho cercato di spiegare, non usando le parole giuste, forse facendolo in modo frettoloso e poco comprensibile.
    Probabilmente non ho messo in condizione di capire chi mi stava davanti, anche se penso che il problema principale sia la paura.
    Paura di che cosa poi?!
    Di esprimere un parere, di proporre un qualcosa di diverso oltre a quello che già di solito si fa?
    Io sono del parere che questa paura non ha senso, prima bisogna provare, proporre, farsi avanti.
    Naturalmente è sempre facile fare tutto ciò con semplici idee, che si sa già non creeranno problemi. Invece per tutte le altre, cosa si fa? A priori si mettono dei paletti, si nascondono, sappiamo che esistono, ma non ce ne preoccupiamo.
    E' così che si vuole migliorare questo paese?
    Cercando di cambiare solo gli aspetti più semplici?
    Io di certo non voglio impegnarmi così,solo a metà,lo voglio fare in modo completo, occupandomi sia delle cose semplici e divertenti sia di quelle difficili,complicate e, a mio avviso, più importanti.

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