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sabato 17 dicembre 2011

ORDIGNO RUDIMENTALE A SANTENA. TORNA LA PAURA.

"Perchè a Santena di racket, e usura, non si vuole sentire parlare"
Si conclude così l'articolo pubblicato a pagina 67 dell'edizione odierna del quotidiano "LA STAMPA" a firma di Federico GENTA.
Un articolo nato dopo la notizia di un ordigno rudimentale, fortunatamente inesploso, collocato nelle immediate vicinanze di un imprenditore edile di Santena. (...segue)

Stando a quanto si legge sul quotidiano piemontese, le conseguenze potevano essere pesantissime nel caso l'ordigno avesse compito appieno il suo lavoro.
Non si conoscono per il momento le motivazioni che hanno portato a tale gesto che, qui a Santena,  si è sempre pensato di esclusiva "proprietà" di quelle zone del Sud-Italia ad alta densità mafiosa.
Così com'è ignoto se si tratti solo di un avvertimento o di un fallito attentato.
Certo è che la paura torna prepotente e il solo pensare alle conseguenze, ai morti o feriti che poteva provocare anche tra gente ignara di quanto succede, fa star male e fa montare la rabbia e l'indignazione.
Ora più che mai è il momento di mostrarsi forti ed uniti per non cedere a queste azioni vili, che nulla hanno a che fare con tutti quei santenesi che ogni santo giorno lavorano duramente, camminando a testa alta, combattendo contro le prevaricazioni.
Azioni che dovrebbero rappresentare la normalità e la quotidianità ma che a volte, qui da noi, rappresentano un'eccezione.

8 commenti:

  1. Leggendo l'articolo questa mattina, oltre alla rabbia per il fatto accaduto, mi sono venute in mente tutte quelle persone che sicuramente saranno venute a conoscenza del fatto, ma subito dopo l'avranno immediatamente archiviato. Ed è per questo che il sdegno diventa ancora più grande e qui mi collego alle ultime righe dell'articolo: " Un silenzio che ormai non stupisce più. Perchè a Santena di racket e usura non si vuole sentir parlare".
    Bene questo silenzio è ora di romperlo, è ora che l'indifferenza venga sostituita dall'interesse e il desiderio di eliminare il marcio di questo paese, che la gente si svegli.
    E' ora di dire BASTA!!!

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  2. sono d'accordo con te vale!!
    ma dove siamo arrivati ci manca solo che, uno di questi giorni, assistiamo a scene da far west nelle vie di santena.
    Ci rendiamo conto se esplodeva cosa poteva succedere??
    Non voglio neanche pensarci. E' ora che la gente si svegli e cominci a denunciare il marcio che c'è in citta

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  3. Credo che il mio commento come al solito sarà una voce fuori dal coro, ma appena mi è pervenuta la notizia, la prima cosa che mi sono chiesto era chi è questo imprenditore Demetrio Sartiano??? Perchè a lui è arrivato questo pacco bomba??? Bè io proprio non lo so, fino a ieri non immaginavo neanche che esistesse, poi è entrato nella cronaca cittadina ed immaginavo che qualcosa giungesse alle mie orecchie, ma nulla nessuno nè sà niente. Questo silenzio avviene tutte le volte che a Santena succede qualcosa che abbia legami con usura o racket. Tutti sanno i c...i degli altri quando sono cazzate,corna,malattie o vari problemi personali di una famiglia sconosciuta, che guarda caso tutti la conoscono quando c'è da dire la propria tesi sul sentito dire da parte di qualcun'altro e gettare merda e poi sentenza senza neanche immaginare quale sia la verità reale. Quindi prima di giudicare qualcuno che non conosco me ne avvedo di dire cose insensate. Io spero solo che le autorità competenti riescano a capire se questo imprenditore sia vittima o un carnefice dell'usura(se di questo si sta parlando) e capire come mai sia avvenuta questa ritorsione nei suoi confronti. E "se" e ripeto "se" si dovesse scoprire che lui è un carnefice e alimentatore dell'usura ed una sua vittima si è ribellata in questa maniera senza senso, dovrebbe non dimenticare mai e poi mai che chi ne stava pagando le conseguenze era sua figlia,un innocente con un intera vita davanti a se. Ma se invece lui stesso fosse una vittima, ha tutta la mia solidarietà, ma la stima sarò capace a dargliela solo quando denuncerà i suoi aguzzini.

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  4. Non è una voce fuori dal coro la tua Peo, tutt'altro.
    Trovo questo uno dei commenti più sensati e logici che ho letto o sentiti negli ultimi anni in giro per Santena.
    Non parlare limitarsi ad ascoltare, è diventata una specialità prettamente santenese ma non la scopriamo solo oggi.
    Sono decenni che accadono fenomeni strani,situazioni che passano sotto gli occhi di tutti ma nessuno riesce a dire la propria liberamente.
    E' un dato che deve far riflettere,deve spingere a chiedersi "ma perchè accade questo e nessuno ne parla e se parla lo fa sottovoce, nel bagno di casa propria, con la finestra chiusa"
    Questo Peo è il segno dell'egemonia che certi ambienti hanno stabilito sul territorio, del controllo capillare messo in atto da chi deteniene le fila come un burattinaio, comportandosi da abile scacchiere.
    E converrai con me che questo meccanismo pazzesco, si è alimentato della comlicità di quanti sono sì indifferenti ma e soprattutto della complicità di quanti a quel titolo ci hanno mangiato e ci mangiano tutt'ora.
    In questo modo, la rete che si vuole tanto costruire, l'hanno già bella che edificata loro, creando il cosidetto muro di gomma.
    Di quelle complicità si sono serviti perchè mai un parente o amico denuncerà il "sistema" del loro congiunto e, in questo modo, le voci circolanti sul loro conto, si sarebbero scontrate proprio con questomuro di negazione ed omertà.
    Muro che in qualche modo è caduto propriocon questo ritrovamento, perchè adesso non si può restare inermi.
    Confido nella magistratura e nelle forze dell'ordine, sempre e comunque, perchè solo la loro azione incisiva può risultare determinante nella lotta alle mafie.
    Noi comunu cittadini abbiamo il diritto dovere di non mollare, di reagire, di alzare la testa e dire basta.
    E a piccoli passi, insieme, lo stiamo già facendo, informando e informandoci a nostra volta.
    Noi ci siamo .
    Ciao

    RispondiElimina
  5. Non è una voce fuori dal coro la tua Peo, tutt'altro.
    Trovo questo uno dei commenti più sensati e logici che ho letto o sentiti negli ultimi anni in giro per Santena.
    Non parlare limitarsi ad ascoltare, è diventata una specialità prettamente santenese ma non la scopriamo solo oggi.
    Sono decenni che accadono fenomeni strani,situazioni che passano sotto gli occhi di tutti ma nessuno riesce a dire la propria liberamente.
    E' un dato che deve far riflettere,deve spingere a chiedersi "ma perchè accade questo e nessuno ne parla e se parla lo fa sottovoce, nel bagno di casa propria, con la finestra chiusa"
    Questo Peo è il segno dell'egemonia che certi ambienti hanno stabilito sul territorio, del controllo capillare messo in atto da chi deteniene le fila come un burattinaio, comportandosi da abile scacchiere.
    E converrai con me che questo meccanismo pazzesco, si è alimentato della comlicità di quanti sono sì indifferenti ma e soprattutto della complicità di quanti a quel titolo ci hanno mangiato e ci mangiano tutt'ora.
    In questo modo, la rete che si vuole tanto costruire, l'hanno già bella che edificata loro, creando il cosidetto muro di gomma.
    Di quelle complicità si sono serviti perchè mai un parente o amico denuncerà il "sistema" del loro congiunto e, in questo modo, le voci circolanti sul loro conto, si sarebbero scontrate proprio con questomuro di negazione ed omertà.
    Muro che in qualche modo è caduto propriocon questo ritrovamento, perchè adesso non si può restare inermi.
    Confido nella magistratura e nelle forze dell'ordine, sempre e comunque, perchè solo la loro azione incisiva può risultare determinante nella lotta alle mafie.
    Noi comunu cittadini abbiamo il diritto dovere di non mollare, di reagire, di alzare la testa e dire basta.
    E a piccoli passi, insieme, lo stiamo già facendo, informando e informandoci a nostra volta.
    Noi ci siamo .
    Ciao

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  6. Non è una voce fuori dal coro la tua Peo, tutt'altro.
    Trovo questo uno dei commenti più sensati e logici che ho letto o sentiti negli ultimi anni in giro per Santena.
    Non parlare limitarsi ad ascoltare, è diventata una specialità prettamente santenese ma non la scopriamo solo oggi.
    Sono decenni che accadono fenomeni strani,situazioni che passano sotto gli occhi di tutti ma nessuno riesce a dire la propria liberamente.
    E' un dato che deve far riflettere,deve spingere a chiedersi "ma perchè accade questo e nessuno ne parla e se parla lo fa sottovoce, nel bagno di casa propria, con la finestra chiusa"
    Questo Peo è il segno dell'egemonia che certi ambienti hanno stabilito sul territorio, del controllo capillare messo in atto da chi deteniene le fila come un burattinaio, comportandosi da abile scacchiere.
    E converrai con me che questo meccanismo pazzesco, si è alimentato della comlicità di quanti sono sì indifferenti ma e soprattutto della complicità di quanti a quel titolo ci hanno mangiato e ci mangiano tutt'ora.
    In questo modo, la rete che si vuole tanto costruire, l'hanno già bella che edificata loro, creando il cosidetto muro di gomma.
    Di quelle complicità si sono serviti perchè mai un parente o amico denuncerà il "sistema" del loro congiunto e, in questo modo, le voci circolanti sul loro conto, si sarebbero scontrate proprio con questomuro di negazione ed omertà.
    Muro che in qualche modo è caduto propriocon questo ritrovamento, perchè adesso non si può restare inermi.
    Confido nella magistratura e nelle forze dell'ordine, sempre e comunque, perchè solo la loro azione incisiva può risultare determinante nella lotta alle mafie.
    Noi comunu cittadini abbiamo il diritto dovere di non mollare, di reagire, di alzare la testa e dire basta.
    E a piccoli passi, insieme, lo stiamo già facendo, informando e informandoci a nostra volta.
    Noi ci siamo .
    Ciao

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  7. Concordo con quanto detto fin qui ma evidenzio ciò che per me è il passaggio più impattante dell'articolo. E' vero che è necessario saperne di più per parlarne con cognizione di causa ma leggere che la madre della bambina e moglie di Demetrio Satriano avrebbe detto " Non vogliamo dire niente" e " Su questa storia non c'è nulla da raccontare" mi fa venire i brividi alla schiena.
    Abito in una casa con giardino e normalmente al mattino trovo vicino al portone le cacche dei cani che padroni incivili lasciano durante le loro passeggiate con gli amici a quattro zampe. Ecco su questo io non avrei "nulla da raccontare" perchè da fastidio ma dura da sempre ed è un fatto di normale inciviltà, ma se una mattina trovassi, e peggio se mia figlia trovasse, un ordigno esplosivo con 14 chili di chiodi al posto delle sgradevoli deposizioni canine, avrei molto da dire e penso molto da raccontare.
    Pretenderei che la comunità in cui vivo se ne occupi e mi garantisca la tranquillità dei disturbi canini e non consideri normale la straordinarietà di un ordigno esplosivo.
    Vorrei che le istituzioni mi siano vicine e che le forze dell'ordine trovino presto i responsabili e mi garantiscano che non correrò ulteriori rischi in futuro.
    Certo, c'è tempo per analizzare meglio la situazione, le motivazioni e le possibili conseguenze ma già ora dobbiamo concentrarci sulla eccezionalità del fatto: caspita è una bomba! Qualunque sia l'origine e l'intenzione di chi l'ha posizionata resta una bomba collocata tra le case e in danno di famiglie che vivono a Santena.
    Non siamo in Medio Oriente, nell'Irlanda del Nord di qualche tempo fa, nella Locride di tutti i giorni.
    Una bomba viene confezionata per fare male ed ha relativa importanza se puzza di mafia o meno.
    O dobbiamo consolarci con il fatto che potrebbe essere "solo" una bomba intelligente?
    Domenico Galizio

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  8. Molte volte mi capita di commettere un duplice errore, che può risultare fatale, nell'analisi critica di un fatto e cioè 1)quello di dare per scontato un argomento; 2) quello di lanciarmi con foga.
    A distanza di ore mi sono ripromesso di affrontare la vicenda con un po più di distacco, limitandomi a giudiare su quello che si sa e si ha conoscenza.
    E allora come ben dice Galizio,concentriamoci sull'eccezionalità del fatto.
    Ovvero chiediamoci perchè, in un'apparente tranquilla cittadina, dove tutti si conoscono, delle persone, con cognizione di causa, decidono di piazzare un ordigno esplosivo davanti l'abitazione di una persona.
    La logica porta a pensare ad un atto intimidatorio, mettendo per un attimo in disparte ogni concausa scatenante dell'evento.
    Qualcuno, tramite quel gesto, ha voluto comunicare al suo destinatario un messaggio ben preciso, un qualcosa che non deve lasciare spazio ad interpretazioni di sorta, un messaggio cattivo.
    Ora un messaggio del genere, solitamente, analizzandone la portata, la modalità, il contenuto da reperire per confezionare la bomba, porta a pensare che dietro quelle persone che hanno collocato l'ordigno, ci sia un'organizzazione o un gruppo di persone che ha deciso che quel pacchetto andava recapitato.
    Un gruppo sicuramente non disorganizzato ma preparato, in grado di confezionare ordigni, reperire la materia prima per costuirlo.
    A questo punto, sicuramente non noi, ma le forze dell'ordine e la magistratura, delineeranno una pista investigativa per accertare i fatti e capire le modalità dell'evento.
    Operazione non facile, sarà quella di mettere insieme il puzzle della vicenda, incastonarlo in un determinato contesto, proprio perchè, e qui mi attengo ai fatti, tali eventi sono eccezionali per il territorio e vedono coinvolte persone che alcuni non conoscono nella loro totalità.
    L'evento in sè è grave, allarmante, perchè lascia spazi a pensieri e preoccupazioni multiple.
    Attendiamo l'evolversi della vicenda, il lavoro delle forze dell'ordine, sperando in un caso isolato.
    Interessante sarà notare la reazione della città, delle persone, della piazza, quello ci darà il termometro della situazione.
    Infne trovo, dopo un iniziale perplessità (frutto del mio errore nr 1 dare per scontato un arogmento) giusta l'analisi di "Peo" e "Cri".
    Ovvero di evitare di cimentarsi in giudizi preventivi, senza riscontro di dati oggettivi alla mano.
    Per questo eviterò di lanciarmi in futuro, con foga (errore nr 2), nella notizia in sè.
    Giornalista non lo sono ma proverò a far mia quell'anima critica che li contraddistingue nella quasi totalità, provando ad estranearmi dai fatti, per essere credibile agli occhi di chi non sa .....ma ha voglia di conoscere.

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