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venerdì 13 gennaio 2012

LA MACCHINA DEL FANGO E' ATTIVA ANCHE A SANTENA.

In questi anni mi sono chiesto, senza riuscire ancora adesso a darmi una risposta chiara, il perchè, nonostante la volontà e l'impegno di alcuni, non si sia mai riuscito ad affrontare con un certo slancio e soprattutto in maniera duratura, alcuni temi che da decenni caratterizzano la vita sociale santenese.
Parallelamente mi sono chiesto il perchè quelle stesse persone che tentavano di affrontare quei problemi, dopo un primo fisiologico slancio iniziale, rinunciavano o arrivavano a mettere in secondo piano l'impegno intrapreso. (.....segue)

Sono arrivato ad una mia conclusione personale, una conclusione che non vuole essere un giudizio assoluto.
Dopo averla conosciuta ed appreso il meccanismo  grazie alla tv, durante il monologo di Roberto Saviano nel corso della trasmissione "Vieni via con me", ho avuto modo di confrontarmi con quel perverso meccanismo definito come  la "macchina del fango".
Proprio a questo sistema addebito, il volontario o imposto, disimpegno delle persone sopra indicate.
La macchina del fango è quel sistema diabolico utilizzato per diffamare una  persona, per renderla facilmente attaccabile, arrivando a denigrarla. 
Un meccanismo utilizzato contro coloro i quali esponendosi, parlando, scrivendo trovano il coraggio di dare un proprio giudizio, di dare il proprio contributo su certe tematiche che, per volontà di alcuni e per motivi facilmente immaginabili, dovrebbero restare tabù.
Ed allora, così facendo, si inizia ad intaccare il  privato di queste persone, con fatti, anche piccolezze,  riguardanti la propria vita personale, delligittimandola e intaccandola agli occhi di tutti. 
Un sistema collaudato ed efficace che, nel giro di breve tempo, ti fa restare soli, dove il tuo impegno viene effettivamente messo in secondo piano, in quanto agli occhi di tutti, nell'immaginario collettivo,  vieni sempre visto come quella persona a cui quei fatti, messi in circolazione, sono addebitati .
Dubito che qualcuno stasera testimonierà la sua esperienza ma ve ne parlo con la certezza di chi sa quello che dice.
E allora, in assenza di testimonianze, vi parlerò di me.
Non vi nascondo che  proprio nel momento in cui mi trovo concentrato nello scrivere sul mio blog, mi fermo più  volte a pensare a quali conseguenze quelle mie parole potrebbero avere, arrivando a trovare  un compromesso nel modo di scrivere.
Tutto questo perchè penso, e lo faccio di continuo,  che il minuto dopo la pubblicazione dello scritto potrò essere attaccato, diffamato.
Attaccato e diffamato su fatti che nulla hanno a che vedere con quello che ti trovi a scrivere, con i suoi contenuti seppur veritieri.
Mio malgrado mi  troverò al centro di quel sistema che tenderà ad affossarti, a stanarti, a farti chiudere la bocca perchè certe cose non vanno dette, perchè certi argomenti non devo essere affrontati,  perchè certe persone devono poter continuare a mantenere la loro invidiabile posizione di soggetti che tutto possono fare e che tutto possono ostentare e perchè se parli di criminalità sei solo un pazzo frustato dal tuo lavoro.     
Quando mi fermo a pensare questo, mi accorgo come quel pezzo di carta che decenni fa ha dato vita alla nostra Repubblica, ancora oggi difetta nella sua effettiva applicazione.
In quel caso mi accorgo che tutta quella democrazia, quella libertà che ci affanniamo ad esportare all'estero, in  terre martoriate da decenni di conflitti,  non riusciamo, nella sua pienezza, ad esercitarla neanche in casa nostra.
In questo strano percorso che oggi mi trovo ad affrontare,  vorrei ricordare una figura chiave dell'antimafia , forse citato poche volte nonostante il suo impegno pagato con la vita, il magistrato siciliano Rocco Chinnici.
Anche Chinnici è rimasto vittima, nel suo caso da morto, del sistema della macchina del fango.
Appena ucciso le ragioni dell'omicidio furono addebitate a "motivi sentimentali", nonostante il suo apporto alla lotta alla mafia nonostante il suo cadavere fosse ancora sul tavolo di un obitorio, i suoi detrattori già avevano messo in campo le armi della diffamazione. 
Ho sempre ribadito che nessuno nasce eroe, che nessuno da solo deve combattere per ottenere i propri diritti, per vivere serenamente ed in pace, vivendo del proprio lavoro, senza favoritismi, senza vivere di pressioni.
Nessuno può da solo sopportare questo meccanismo ma se qualcuno condivide con te questo?
E se qualcuno diventano alcuni?
A quel punto non si potrà continuare  a far finta di niente, non si potrà più non parlare di quelle situazioni forse un po fuori dal comune, non si dovrà più aver paura di parlare, confrontarsi e perchè no passeggiare nelle piazze e nelle vie di un tranquillo paese operaio con il sorriso in faccia. 

3 commenti:

  1. http://issuu.com/chierioggi/docs/pdf_rivista_gennaio_2012?mode=embed&viewMode=presentation&layout=http%3A%2F%2Fskin.issuu.com%2Fv%2Flight%2Flayout.xml&showFlipBtn=true
    .


    articolo su chierioggi!!

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  2. grazie della segnalazione.

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  3. La calunnia è un venticello
    Un'auretta assai gentile
    Che insensibile sottile
    Leggermente dolcemente
    Incomincia a sussurrar.
    Piano piano terra terra
    Sotto voce sibillando
    Va scorrendo, va ronzando,
    Nelle orecchie della gente
    S'introduce destramente,
    E le teste ed i cervelli
    Fa stordire e fa gonfiar.
    Dalla bocca fuori uscendo
    Lo schiamazzo va crescendo:
    Prende forza a poco a poco,
    Scorre già di loco in loco,
    Sembra il tuono, la tempesta
    Che nel sen della foresta,
    Va fischiando, brontolando,
    E ti fa d'orror gelar.
    Alla fin trabocca, e scoppia,
    Si propaga si raddoppia
    E produce un'esplosione
    Come un colpo di cannone,
    Un tremuoto, un temporale,
    Un tumulto generale
    Che fa l'aria rimbombar.
    E il meschino calunniato
    Avvilito, calpestato
    Sotto il pubblico flagello
    Per gran sorte va a crepar.

    Rossini - Il Barbiere di Siviglia

    Questa volta mi sono fatto aiutare dal collega Rossini per descrivere il fenomeno meglio di quanto possa fare io.
    A Santena la macchina del fango è attivissima. Ogni mia denuncia di fatti reali e documentabili è stata corrisposta con infamie che sono arrivate a coinvolgere miei parenti defunti da 20 anni.
    Sicuramente se gli alcuni diventassero tanti quel meccanismo infernale verrebbe smontato ed il fango tornerebbe al mittente.
    La domanda è: vivrò abbastanza per vedere realizzato questo sogno?

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