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martedì 10 aprile 2012

SARTIANO DEMETRIO, PRIMA DELLA BOMBA SOTTO CASA, IL RITROVAMENTO DI UNA TESTA DI CAPRETTO. E IL VIGEVANO CALCIO?

Sartiano Demetrio è un imprenditore edile, di origini calabrese, residente a Santena in via Minocchio. 
Il suo nome è comparso con prepotenza, sulle pagine delle varie testate giornalistiche locali, il 15 dicembre 2011 quando, nelle immediate vicinanze della sua abitazione, fu rinvenuto fortunatamente inesploso, un rudimentale ordigno dalla potenza distruttiva. Un caso il fatto che sia rimasto inesploso? (....segue)
Non si sa, di certo il compito degli investigatori è apparso subito complesso. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito nulla di sospetto, la via dove è presente la villetta dell'imprenditore è priva di telecamere, ad eccezione di quelle installate dai privati a protezione di singole abitazioni.

Navigando in rete è emerso un caso particolare che ha riguardato sempre il Sartiano Demetrio.
Un fatto antecedente al rinvenimento della bomba e che è passato come al solito in secondo piano.
Del resto, lo stesso ritrovamento della  bomba, non ha suscitato nessuna particolare presa di posizione per le vie di Santena ad eccezione del commento di alcuni politici che, per via del loro compito istituzionale, hanno per ovvi motivi condannato l'episodio. 
Le parole tuttavia, cari politici, come ben sappiamo le porta via il vento soprattutto quando i fatti concreti latitano.
Una reazione in ogni modo c'è stata ma non grazie ai cittadini. Le testate giornalistiche locali nei giorni seguenti hanno fatto a gara nel montare un caso senza precedenti, mettendo in contrapposizione semplici cittadini, soggetti politici e associazioni, insinuando intrecci della 'ndrangheta con la vita politica santenese, situazioni di connivenza e silenzi di alcune realtà associative, prima tra tutte l"Associazione "Santi Cosma e Damiano", inserendo il tutto in un unico grosso calderone. 
Alcuni distinguo erano doverosi e necessari ma la ricerca del sensazionalismo e dello scoop, nel mondo del giornalismo, sono il pane quotidiano che ti fa lavorare e vendere.
Dicevo dell'episodio antecedente alla bomba. Navigando in rete mi sono imbattuto nella notizia che non t'aspetti e che avevo soltanto sentito mormorare nella piazza centrale di  Santena.
Appena venti giorni prima, sul cancello dello stadio "Dante Merlo" di Vigevano, viene rinvenuta la testa mozzata e ancora sanguinante, di un capretto. Un chiaro simbolo di avvertimento prodotto dal "fantasioso" mondo mafioso.
Voi vi chiederete cosa possa accomunare Santena, Vigevano e Sartiano Demetrio.
Bene, Sartiano con il suo amico Alessandria Gaetano, per un breve periodo della stagione calcistica 2011-2012, comunque sino ai primi di marzo di quest'anno, sono stati rispettivamente presidente e vice-presidente della formazione del Vigevano, militante nel campionato di Eccellenza e dopo aver sperato sino all'ultimo nel ripescaggio nei Dilettanti nazionali.
Interrogato della questione entrambi i santenesi hanno sempre negato richieste particolari o l'aver subito minacce o pressioni varie.
Tuttavia nei pressi dello stadio teatro del ritrovamento del capretto sgozzato, negli stessi giorni, apparivando delle scritte dal tenore "Tornatevene a casa".
Messaggi chiari, inequivocabili, indirizzati alla nuova dirigenza tutta santenese.
Bisogna chiarire come Sartiano diviene presidente della squadra calcistica del Vigevano all'improvviso, l'ex-presidente Speciale, nel 2010, dopo una campagna estiva con i botti, giunto a dicembre, vende tutti i giocatori più forti e decide di mettere in vendita la squadra al costo simbolico di 1€ a tale Boero Valter, lamentando problemi finanziari incontrati nella gestione societaria.
Ed è qui, improvvisamente, a marzo 2011 ,che nel corso di in una conferenza stampa che vede anche la presenza del comico di Zelig Franco Neri (non è lui che è stato premiato qualche anno fa a Santena con il premio "Calabrese dell'anno"?)  viene ufficialmente presentata la nuova dirigenza, la coppia Sartiano-Alessandria.
Le promesse si sprecano, progetti ambiziosi, accordi con la Juventus per il settore giovanile e per l'aggiornamento degli allenatori,tuttavia la stagione si conclude con la retrocessione in Eccellenza.
Nell'estate del 2011 i progetti della dirigenza, sempre ambiziosi, prevedono l'ingresso tra i professionisti nel giro di soli tre anni, partendo con il ripescaggio nel campionato nazionale Dilettanti.
Proprio il mancato ripescaggio, per via della situazione debitoria della società, crea il tracollo.
La situazione inizia a farsi pesante, i tecnici della squadra, tra cui spicca l'ex-giocatore di Fiorentina e Bari, Emiliano Bigica, vengono pagati dal consulenti Irilli, con assegni post-datati che si rivelano scoperti.
Situazione che ha dell'incredibile se si pensa come il Sartiano e l'Alessandria, nel momento di massima tensione societaria, si trovano in vacanza in Calabria; momenti in cui sui giornali appaiono i conti societari del Vigevano che mostrano come, la coppia santenese, abbia acquistato una società stracolma di debiti, si parla di oltre 200.000€.
Ciò che lascia veramente sbigottiti è che, gli stessi dirigenti sembrano non passarsela meglio, Alessandria è un ex-carrozziere.....ex per l'appunto e basta, Sartiano vede fallire piano piano la propria attività edile la Ma.ri.de., che si concretizzerà poi  ad ottobre.
In sostanza persone piene di debiti acquistano una società altrettanto indebitata, svenduta al prezzo di 1€ dalla precedente gestione, che gestisce un'attività , quella calcistica, da sempre in perdita.
A Vigevano tutti si sono chiesti del perchè una persona di Collegno, Boero, distante 150 km da Vigevano si preoccupi di comprare questa società, inserendo nei quadri dirigenziali come presidente e vice-presidente due persone della provincia di Torino, di cui uno in procinto di fallire e l'altro senza un'occupazione stabile.
Misteri. Così come misterioso restano le minacce, le scritte, la testa di capretto sgozzato e in ultimo l'ordigno apparso a Santena, nelle vicinanze dell'abitazione del Sartiano.
La vicenda, ben documentata e circostanziata, che vede coinvolti sia Sartiano che Alessandria, è stata esaminata ed affrontata nel dossier dal titolo "La mafia nel pallone", scritto dal giornalista Daniele Poto per l'associazione "Libera" e poi trasformato in un libro.


  




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