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giovedì 5 gennaio 2012

"ORGANIZZARE IL CORAGGIO". LA STORIA AUTOBIOGRAFICA DI PINO MASCIARI, IMPRENDITORE EDILE CALABRESE, DIVENUTO TESTIMONE DI GIUSTIZIA.

Da qualche giorno ho acquistato il libro "Organizzare il coraggio", scritto a quattro mani da Pino Masciari e sua moglie Marisa.
L'ho acquistato dopo aver conosciuto la storia di questa persona, non un eroe  ma un comune cittadino, un imprenditore edile calabrese che, in questi tempi di ordinaria follia, spicca per la sua moralità, per la sua dignità, per il suo non piegarsi ai ricatti pur consapevole di dover rinunciare a tutto la sua vita, pur di denunciare.(....segue)


Più di tredici anni di vita blindata, vissuta ai margini del vivere comune, braccato da chi ha denunciato, molte volte abbandonato ed ostacolato da quello stesso Stato per cui ha dato tutto se stesso e tutta la sua famiglia.Uno storia di ordinario coraggio, una storia che ci insegna che il non piegarsi al volere di gente senza scrupoli non ha prezzo, che si può andare avanti e vivere a testa alta, pur in mezzo a mille difficoltà.
Ve lo consiglio in maniera sentita.Di seguito trovate una recensione del libro, tratta da un blog. Buona lettura.

"Pino Masciari è un imprenditore edile calabrese che ha dovuto lasciare l'università per gestire l'azienda di famiglia in seguito alla morte del padre. È un'azienda importante, con sedi all'estero e molti dipendenti. Sotto la sua guida l'impresa diventa una delle più importanti del settore. Masciari è diventato molto ricco, ha un parco macchine di tutto rispetto, ottiene tutto ciò che vuole.
Finché, un giorno...
Alcuni sconosciuti si presentano nei suoi uffici e gli dicono che "Deve mettersi a posto". Ma lui a posto lo è già, cosa significa "mettersi a posto"? E gli uomini gli parlano che di percentuali e protezione.
Questo è, mettersi a posto.
Lui però, anziché “mettersi a posto”, denuncia.
E i problemi per Nelle sue aziende cominciano furti, danni, intimidazioni ai dipendenti, fino al giorno in cui il fratello subisce un attentato.
Nel 1997 Masciari diventa testimone di giustizia ed entra nel programma di protezione; è costretto ad allontanarsi in segreto - non può neppure salutare la madre, per non mettere in pericolo anche lei.
Lui deve fuggire, non le persone che lo hanno ricattato, minacciato, derubato.
"Solo pochi mesi, dottò" gli dicono; invece passano più di dieci anni.
Anni di solitudine, fughe continue, privazione degli affetti, impossibilità di comunicare con la famiglia in Calabria. Anni in cui deve stare sempre sotto scorta, blindato, senza poter portare i figli a scuola, senza festeggiare i loro compleanni.
Ma piano piano i processi sono celebrati e le persone (una quarantina) condannate. Lui però vive ancora con la scorta perché attentati e minacce non sono finiti.

Masciari aveva esordito dichiarando di non essere un oratore: “Non è questo il mio posto; dovrei essere al cantiere, a far lavorare gli operai, a far funzionare le ruspe...”. Più volte, durante l'ora e mezza durante la quale ripercorre la sua esperienza, la sua voce si alza a chiedere: “Perché? Avrei potuto pagare come tutti! Perché ho dovuto fare questa vita, se avevo soltanto compiuto il mio dovere di cittadino?”. Nonostante il caldo, nella piazza c'è un silenzio attento, concentrato e partecipe e, alla fine, quando Masciari smette di parlare, tutti lo applaudono alzandosi in piedi.

La sua presenza permette ai presenti di entrare concretamente nella vita di una persona sotto scorta. L'auto parcheggiata all'interno della piazza; un'auto dei carabinieri blocca l'ingresso della strada con i carabinieri che controllano tutti quelli che passano. La sua scorta, in borghese, controlla l'altro ingresso della piazza. Anche a cena si è vissuta la diversità della sua vita: i poliziotti della scorta davano gli ordini ai camerieri e controllavano l'ingresso del ristorante; per cominciare a mangiare si è dovuto attendere che Masciari, accompagnato sempre e ovunque dalla scorta, fosse seduto. 

Tutto questo non ha fatto altro che accentuare la statura morale e civile di un uomo che ha dichiarato di "aver rovinato la vita alla propria famiglia" per amore della legalità e del proprio Paese.
L'invito è quindi quello di leggere il libro e invitare, dove possibile, Pino Masciari a presentare la propria esperienza. Insieme con la moglie Marisa e i due figli è un testimone che è importante conoscere per darsi sostegno reciprocamente, evitando di scoraggiarsi nell'impari lavoro che aspetta tutti coloro che vogliono organizzare il coraggio per costruire legalità."
(Recensione tratta dal blog http://labottegadellestorie.blogspot.com/2011/11/pino-masciari-recensione-del-libro.html#comment-form)

Parallelamente alla costituzione del presidio di Libera a Santena, si spera di contattare Pino Masciari per poterlo ospitare nella futur sede, portando la sua testimonianza, la sua voce,

1 commenti:

  1. Ho letto questo libro in tre giorni...praticamente tutto d'un fiato e se non fosse che leggevo solo la notte l'avrei finto in un giorno solo perchè questo libro è stato scritto in modo stupendo! questa storia...la storia di quest'uomo e della sua famiglia sembra un racconto di un film, qualcosa che non pensi possa esistere. Delle scene e delle frasi che pensi esistano veramente solo nei film. E invece molte parti di questo libro sembrano a me familiari. Quello che ha dovuto passare quest'uomo e la sua famiglia è terribile soprattutto i primi tempi che facevano parte del "programma di protezione" e pensare ai figli così piccoli e così innocenti. Mi auguro veramente di poter incontrare il signor Pino Masciari a febbraio perchè è sempre un onore e un piacere conoscere quelli che per me sono "EROI" della vita reale. A chi non ha ancora lett il libro lo consiglio perchè fa capire un sacco di cose e sensibilizza chiunque.

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